Raid: significato e caratteristiche

Cos’è il RAID?

 

L’acronimo RAID sta per Redundant Array of Independent Disks, che in italiano significa ‘insieme ridondante di dischi indipendenti’.

È una tecnica che, per evitare perdite di dati a causa di guasti (situazione potenzialmente pericolosa per le aziende), suddivide i vari dati non su un unico disco rigido ma su più di uno, in modo limitare la perdita nel caso in cui uno dei dischi rigidi smetta inaspettatamente di funzionare.

È una tecnica molto utilizzata soprattutto da grandi server o workstation, le quali gestiscono una quantità di dati molto elevata.

Esistono diversi livelli di RAID, adatti alle più disparate esigenze; alcuni di questi sono utilizzati a livello domestico, mentre altri – chiamati ‘tipologie di RAID annidati’ – sono utili al livello aziendale.

 

RAID di base

 

Come recupero i dati raid velocemente?La prima configurazione RAID di base è il livello 0.

Questo livello prevede la suddivisione dei dati in blocchi uguali che andranno poi suddivisi nei vari dischi utilizzati; maggiore è il numero di dischi impiegati (partendo naturalmente da un minimo di 2), maggiore sarà il frazionamento dei dati.

Seppur facile da utilizzare, la configurazione RAID di livello 0 non è molto affidabile per la protezione di dati importanti, poiché il guasto di un disco provoca l’impossibilità di lettura dei dati (a causa della loro incompletezza).

La configurazione successiva è quella di livello 1 (anche detta mirroring), con la quale i dati vengono prima salvati su un disco principale e poi copiati su quelli secondari; il fattore limitante è dato dal fatto che lo spazio effettivamente disponibile è dato dal disco con capacità minore.

Successivamente si passa al livello 5, che prevede l’utilizzo del bit di parità, ovvero un sistema di controllo utile per evitare errori nella memorizzazione o nella trascrizione dei dati ad altri supporti. Un RAID di livello 5 richiede almeno 3 dischi, e garantisce prestazioni e velocità di lettura crescenti in funzione del numero di dischi impiegato.

Il livello di configurazione RAID 6 può essere inteso come il potenziamento del RAID di livello 5, in quanto la differenza sostanziale è che il sistema del bit di parità non richiede solo uno ma due dischi, aumentando l’affidabilità di trasmissione e memorizzazione dei dati; il livello 6 richiede almeno 4 dischi ed assicura velocità di lettura più elevata rispetto al livello 5.

 

RAID annidate

 

Le configurazioni RAID annidate, consigliate per le aziende, consistono in pratica della combinazione di 2 o più RAID di base, in modo che i sistemi che si trovano alla base del sistema RAID annidato sono a loro volta RAID di base.

La prima configurazione RAID tra le annidate è la 10 (oppure 0+1); la configurazione 10 richiede almeno 4 dischi ed è tanto più performante quanti sono i rami presenti nella configurazione 0.

Inoltre, al RAID 10 sono associati semplicità di lettura e tolleranza ai guasti (che sale a 2 dischi non appartenenti al medesimo ramo di livello 1).

La configurazione successiva è la 50 (o 5+0), che è molto più complessa: alla base dei rami 0, infatti, richiede dischi con configurazione RAID 5.

Sono necessari almeno 6 dischi per una configurazione 50, la quale è particolarmente consigliata a livello aziendale, sia per prestazioni che per affidabilità.

Segue la configurazione RAID 60 (o 6+0) che si basa sullo stesso principio della 50 e richiede 8 dischi per funzionare, assicurando un livello di sicurezza maggiore ma proporzionato ad una difficoltà di ripristino in caso di guasto.

Oltre le combinazioni elencate in precedenza ve ne possono essere altre, che sono più o meno consigliate in funzione delle esigenze e della complessità e durata del recupero dati raid in caso di danneggiamento di uno o più dischi.

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