Quanto costa curarsi in Italia?

La questione dei costi legati alle cure mediche in Italia e, dunque, dell’accessibilità alla sanità in generale, è oggi oggetto di maggiore attenzione e dibattito, specialmente alla luce dei dati forniti lo scorso agosto dall’Anaao Assomed, il sindacato dei medici e dei dirigenti sanitari italiani.

Gli anni del Covid hanno messo a dura prova il Sistema Sanitario Nazionale, dando il cosiddetto colpo di grazia ad un impianto che, già fino al 2020, faticava a carburare tra liste d’attesa infinite e tagli alla sanità e che, quattro anni dopo, registra ancora un sovraccarico di lavoro per medici e infermieri e una carenza di personale tale da rendere difficoltoso l’accesso alle prestazioni.

Oggi più che mai, l’alternativa è da cercare nel privato. Ma quanto costa curarsi in Italia?

Attraverso un’analisi approfondita condotta su tariffe e prezzi praticati nelle strutture sanitarie private, dallo studio di Anaao emergono quadri rivelatori che pongono sotto i riflettori la complessità finanziaria che molte famiglie italiane potrebbero affrontare in caso di necessità di cure mediche e senza una buona assicurazione sanitaria.

Qual è il costo della sanità privata?

I costi dei ricoveri presso strutture private si configurano come una realtà che richiede un’attenzione particolare. Si evidenzia un significativo dispendio finanziario associato a tali prestazioni, con tariffe che spaziano da un minimo di 422 a un massimo di 1.278 euro al giorno, a seconda della complessità assistenziale richiesta. Tale esborso economico, definito “a tre zeri”, può risultare gravoso per molte famiglie italiane, che potrebbero essere costrette a ricorrere ai propri risparmi accumulati nel corso degli anni per far fronte a tali spese.

Oltre al costo base del ricovero, poi,  vi sono ulteriori oneri finanziari che possono gravare sul paziente. Tra questi, si segnalano i costi aggiuntivi quali 1.200 euro all’ora per l’utilizzo della sala operatoria, 600 euro al giorno per la degenza in un reparto chirurgico, 400 euro al giorno per la degenza in un reparto di medicina, e 165 euro al giorno per un ricovero ordinario post acuzie. È importante notare che tali tariffe possono aumentare significativamente in caso di interventi chirurgici.

Per comprendere appieno l’impatto finanziario delle cure mediche private, è utile considerare alcuni esempi concreti. Ad esempio, un intervento di colecistectomia, che consiste nell’asportazione della colecisti, può costare al paziente da 3.300 euro per una procedura laparoscopica semplice a 4.000 euro per una procedura laparoscopica complessa. Parallelamente, la parcella del chirurgo per tale intervento varia da 3.000 a 10.000 euro. Allo stesso modo, un check-up cardiologico presenta costi differenziati in base al genere del paziente, con tariffe che vanno da 345 euro per gli uomini di età inferiore ai 40 anni a 775 euro per le donne di età superiore ai 40 anni.

Sanità pubblica e tempi di attesa

D’altra parte, il quadro della situazione della Sanità pubblica è chiaro e preoccupante. A confermarlo è anche un’indagine condotta da Noto Sondaggi che ha fotografato l’insoddisfazione degli italiani verso il Sistema Sanitario Nazionale, non in termini di qualità delle prestazioni offerte, ma da un punto di vista strutturale e organizzativo. Sono le liste d’attesa, infatti, in cima alla classifica delle note negative riportate dagli intervistati: per le visite specialistiche, la maggioranza dei pazienti (53%), riporta di dover attendere mesi prima di poter accedere alla consulenza medica, mentre un ulteriore 18% dichiara di aver atteso almeno un anno. Solo una minoranza esigua, corrispondente al 4%, ha avuto la fortuna di ottenere un appuntamento in pochi giorni, mentre il 15% ha dovuto attendere qualche settimana.

Per quanto riguarda l’effettuazione di esami diagnostici, la situazione non migliora. Il 48% degli italiani segnala di dover attendere mesi prima di poter sottoporsi agli esami richiesti, mentre un altro 12% dichiara di aver atteso anche più di un anno.

Sono diverse, dunque, le sfide della sanità in Italia: se da un lato il SSN dovrebbe lavorare su tempistiche migliori (72 ore per le urgenze, 10 giorni per un “codice breve” e 30 giorni per una visita di controllo), garantendo così l’accesso alle cure, dall’altra parte l’assistenza sanitaria privata dovrebbe lavorare in modo congiunto con le ASL, arrivando sì, lì dove il pubblico si piega alle proprie criticità, ma rendendo le cure più sostenibili dal punto di vista finanziario. A sopperire alla mancanza di un punto di equilibrio tra le due realtà sono, tuttavia, le soluzioni assicurative offerte dalle varie Compagnie che mettono un punto sugli squilibri economici relativi ai costi legati alle cure mediche in regime privato e rendendo l’assistenza sanitaria, di fatto, accessibile per pochi euro l’anno.

Pin It

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *