La cartomanzia: un’arte divinatoria antica come il mondo, apprezzata anticamente e che negli anni si è evoluta

La chiamavano ‘La zingara’ e compariva soltanto in occasione delle feste paesane, proveniente chissà da quale posto sperduto.
Preparava il suo baldacchino dai colori sgargianti giusto a metà della piazza del paese, poi si chiudeva al suo interno e si vestiva con abiti lunghi fino alla caviglia e indossava una camicia impreziosita da trini e merletti.
Racchiudeva i capelli in un foulard e adornava i lobi delle orecchie con cerchi d’argento, poi apriva quel baldacchino colorato e si metteva in attesa.
Non doveva aspettare molto, anzi, veniva subito accerchiata dai curiosi che con pochi spiccioli si lasciavano leggere le linee della mano oppure le carte con il classico metodo gitano.
Con gesti semplici e metodici disponeva le carte a forma di V, e poi le leggeva scrutando di tanto in tanto gli occhi curiosi del consultante che attendeva trepidante l’esito del consulto e poi…avanti un altro e la storia si ripeteva per tutta la durata della sagra.

Molto probabilmente quella zingara diceva la verità perché era sempre attorniata da una marea di persone di tutte le età e di ogni contesto sociale anche se la cultura di quei tempi era più che altro quella contadina, molto ferrata in queste tradizioni che vedevano l’evento come qualcosa di affascinante e straordinario.
Finita la festa, quella persona misteriosa e con gli abiti appariscenti smontava il suo baldacchino e andava via, scomparendo all’orizzonte tra una nuvola di polvere per tornare silenziosamente com’era venuta in chissà quale posto del mondo.

Oggi quell’antica tradizione è rimasta ma non è più così inconsueto trovare una cartomante come quella che affascinava e faceva sgranare gli occhi a grandi e piccini.
Nell’immaginario collettivo è rimasta quella figura dall’aspetto bello e tenebroso anche se oggi, i moderni cartomanti vestono diversamente, sono più aperti e non operano più in baldacchini posti nelle piazze al centro del paese.
Prima erano quasi fenomeni da baraccone tra quelle bancarelle con i bastoncini caramellati colorati e l’odore intenso del torrone, tra quella marea di giostrai che si precipitava ad attrarre il pubblico in occasione della festa paesana.

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