Di cosa soffre un paziente odontofobico?

I dentisti hanno a che fare costantemente con i pazienti e le loro personalità, le loro gioie e soddisfazioni e talvolta le loro paure. Per un professionista del settore, non è sempre facile gestire con diplomazia e calma le problematiche comportamentali dei pazienti, ma grazie all’esperienza si sviluppa una profonda dote di empatia, in grado di comprendere appieno le esigenze del paziente. Parliamo quindi di odontofobia e dei pazienti che ne soffrono.

Odontofobia: di cosa si tratta

L’odontofobia è una patologia che consiste nel sentire una paura e un terrore ingestibili quando è il momento di sottoporsi ad una visita o un intervento, anche semplice, da parte di un dentista. Negli ultimi tempi, le persone odontofobiche sono aumentate notevolmente e questo ha portato i dentisti ad avere maggiore sensibilità verso questa problematica. Addirittura esistono sempre più corsi di formazione per affrontare questa fobia insieme al paziente, nel momento in cui si inizia la terapia per la salute orale. Risulta importante iniziare a distinguere i pazienti vittime di questo disturbo, capendo subito quali sono i loro tratti distintivi nel momento in cui mostrano la paura.

Come riconoscere un paziente odontofobico

I tratti distintivi di un paziente che soffre di odontofobia sono diversi e piuttosto comuni a tutti. Si ha infatti l’ansia, un comportamento restio nei confronti del dottore, talvolta si è tremolanti e si chiede più volte di andare piano e non far male. Questi sono chiari segni che permettono di capire che si è a contatto con un paziente odontofobico. Spesso accade, però, che la scoperta del lato odontofobico di un paziente non sia per niente automatica. Infatti vi sono moltissimi casi di chi è in cura e nasconde questa problematica per imbarazzo e vergogna, senza nemmeno sottoporsi alle terapie. É una patologia molto seria, ma il dottore può aiutare il paziente a superarla o almeno migliorarne la condizione, grazie a diversi iter previsti per casi simili.

Cosa deve fare e come deve comportarsi un dentista con una persona odontofobica

Prima di tutto si consiglia di formarsi tramite corsi e percorsi formativi appositi per affrontare insieme al paziente il disturbo dell’odontofobia. Vi sono alcuni passaggi da seguire, che ovviamente possono variare in base alla persona in questione. Innanzitutto il dottore dovrà far svolgere al paziente un questionario preciso, dove già si può capire la sua inclinazione. Successivamente si passa alla fase di colloquio, dove è possibile andare nello specifico, facendo parlare il paziente e capendo, di conseguenza, come comportarsi con lui. Una volta avviata correttamente la seduta, inizia la procedura di osservazione. Questo significa guardare con precisione la condotta del cliente durante la visita. Ogni piccolo segnale di disagio potrebbe far emergere l’odontofobia. I professionisti che hanno esperienza in questo campo, probabilmente sanno già come affrontare la questione. Per le nuove figure professionali, invece, si suggerisce altamente di partecipare a specifici corsi preparatori per riuscire a gestire al meglio situazioni simili. Anche per il dottore è fondamentale non agitarsi, o si rischia di trasmettere al paziente angoscia e panico.
Un altro fattore in grado di tranquillizzare il cliente in cura è sicuramente un ambiente rilassante, luminoso e sereno. In poche parole non bisogna in alcun modo far traspirare negatività: se così fosse, il paziente amplierebbe tutti i sintomi legati all’odontofobia e non si terminerebbe con successo la seduta. Bisogna mostrarsi positivi e solo allora il paziente riuscirà a completare la visita. A questo punto si instaura un rapporto di fiducia che potrebbe abbattere il terrore delle cure orali.

Strumenti alternativi per effettuare visite ed interventi

Un altro fattore fondamentale, nel caso il paziente sia particolarmente sensibile a strumenti quali aghi, consiste nel trovare strumentazioni alternative capaci di effettuare la stessa identica operazione. Per esempio, invece di svolgere un’anestesia con aghi, è possibile utilizzare farmaci tranquillanti o anestetizzare la parte interessata tramite l’inalazione di protossido d’azoto. Vi sono varie possibilità, l’importante è esaminare con attenzione il caso clinico specifico, in maniera soggettiva in base al paziente preso in cura. Seppur non sempre risulta semplice, è necessario affinché il cliente superi il suo disturbo e si fidelizzi al proprio studio.

Un centro che utilizza questo tipo di tecnologie per il trattamento di pazienti odontofobici è Daina. Questo studio è situato a Nembro, in provincia di Bergamo, ed è specializzato in tecniche di sedazione alternative.
Pin It

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *