Il Sushi nella dieta: benefici e controindicazioni

Da diversi anni ormai alcuni alimenti tipicamente utilizzati nella cucina orientale hanno preso piede anche in Italia. Scoprire alternative di gusto insieme a leggerezza e proprietà salutari è stato ideale per chi segue un piano alimentare particolare, per chi vuole perdere peso o per chi presenta determinate intolleranze.  Tra questi nuovi cibi esotici certamente uno che è diventato quasi una vera moda è il sushi. In questo articolo vogliamo scoprire cosa voglia dire inserire il sushi nella dieta: benefici e controindicazioni di questo piatto tipico giapponese.

Cos’è il sushi

Il sushi è un piatto tipico della cucina giapponese a base di riso che viene cotto in una mistura di aceto, sale e zucchero e che viene quindi accostato a pesce crudo, uova e verdure arrotolate in una striscia di alga attorno al riso stesso.

Sushi benefici

Il sushi di per sé è un alimento sano, ipocalorico e bilanciato. Contiene proteine, carboidrati, fibre, è ricco degli importanti acidi grassi omega 3, di sali minerali e di vitamina D. Questa vitamina, insieme all’omega 3, aiuta a rallentare gli effetti dell’invecchiamento, fa bene alla circolazione, al cuore, al cervello e alla memoria. Nel sushi sono presenti anche la vitamina E, il coenzima q10, le vitamine del gruppo B e la taurina. Quest’ultima è un importante amminoacido che regola il metabolismo degli adipociti favorendo il mantenimento del peso corporeo.

Il sushi nella dieta

Inserire il sushi nella dieta può favorire molto chi deve dimagrire o mantenere il peso raggiunto dopo tanta fatica. Certo però bisogna scegliere la tipologia di sushi giusta. Sul mercato ne esistono infatti diverse. La più adatta per dimagrire è quella di sushi a base di riso, pesce e alghe. Da evitare invece le composizioni con uova, maionese e tempura. In termini di sushi nella dieta bisogna fare attenzione al tipico condimento con cui si accompagna in genere questo piatto: la salsa di soia. E’ quello il pericolo per la linea e per la salute! La salsa di soia tende infatti a essere molto salata: ogni 100 grammi di salsa di soia contengono infatti 15 grammi di sale. Il sale favorisce la ritenzione idrica e può peggiorare la cellulite e lo stato dell’adipe corporeo.

Come inserire quindi correttamente il sushi nella dieta? Possiamo mangiare questo piatto una volta sola a settimana preferendo, come abbiamo detto, la sua versione più salutare a base di pesce, riso e alghe ed evitando il condimento a base di salsa di soia. Mangiare moderatamente il sushi una volta a settimana non inciderà sull’apporto calorico.

Controindicazioni

Mangiare sushi può avere delle controindicazioni? Sì e bisogna prestare molta attenzione a queste. Il sushi nasconde le insidie tipiche del pesce crudo che, quando non è di qualità, può mettere seriamente in pericolo chi lo mangia. Un sushi non controllato può esporre al rischio dell’Anisakis, un parassita che, una volta ingerito, si localizza nell’intestino provocando reazioni allergiche e forti dolori addominali. Un sushi non controllato può provocare, quando mangiato, tossinfezioni da microrganismi patogeni pericolosissimi come la listeria, la salmonella, stafilococchi e vibrioni.

Un sushi mal trattato e mal conservato, può rilevare la presenza di un alto quantitativo di istamina, una sostanza che scatena reazioni allergiche. Per la preparazione del sushi, la cucina giapponese si avvale per lo più di pesci di grossa taglia ovvero quelli più esposti a contaminazione da metalli pesanti come il mercurio. Ciò si traduce con l’immissione di sostanze tossiche nell’organismo di chi mangia il sushi, con la conseguenza di intossicazioni generali difficili da identificare e quindi da trattare. C’è da dire poi che, anche puntando su sushi di qualità, mangiare solo quello non fa bene perché si priva l’organismo di altre importanti sostanze nutritive come ad esempio quelle provenienti dalla carne. Una dieta sana deve essere sempre bilanciata, equilibrata e soprattutto varia.

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